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IL CLUB

Taranto, è ora di cambiare passo

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La sconfitta di Vibo ricompone definitivamente scenari pericolosi sul futuro del Taranto, non immaginabili fino a poche gare fa.

L’allarme lanciato tempo fa sul nostro sito sul pericolo insito nella mancanza di obiettivi per una squadra (e parte dell’ambiente) che già sentiva in tasca la salvezza, ora si dimostra fondato, alla luce della striscia deludente di risultati oltre ogni pessimistica previsione.

Siamo sempre stati consapevoli (e chi è più vicino a noi lo sa bene) di come l’andamento del girone d’andata sia stato fondamentale per incamerare quei punti necessari per gestire al meglio il resto della stagione, in quanto non abbiamo mai considerato il Taranto una squadra tecnicamente superiore alle ultime della classe, tanto che il nostro motto è sempre stato “ogni punto è un punto guadagnato”, anche in casa e contro le dirette concorrenti.

Il netto calo psicofisico della squadra è sotto gli occhi di tutti: non sappiamo se siano state le gambe le prime a cedere o qualcosa nella testa dei giocatori, la perdita della giusta mentalità, quella che fino alla gara vinta a Torre del Greco aveva garantito un posto stabile in zona playoff a pochi punti di distanza da corazzate come Palermo, Avellino e Catanzaro.

È altrettanto evidente che alcuni calciatori, mai contestati e sempre ritenuti anima di questa squadra, stiano regalando in campo prestazioni veramente imbarazzanti. E lo diciamo perché sappiamo il valore degli atleti in questione, fino a poche settimane fa idolatrati dalla tifoseria, con meriti acquisiti al cospetto di un pubblico tarantino dalla proverbiale competenza ma scarsa indulgenza.

Un pubblico che non ha mai fatto mancare il sostegno, anche a seguito di brutte prestazioni e poco onorevoli debacle.
Ma se la mancanza di obiettivi abbia prodotto questi risultati negativi, la classifica attuale ripropone la dimensione ritagliata addosso al Taranto ad inizio stagione da tutti, addetti ai lavori e non, tifoseria compresa: bisogna salvare la categoria.

Per farlo serve un cambio di passo deciso. A cominciare da mister Laterza, al quale evitiamo di sindacarne le scelte tecniche, ma che stimoliamo, se ce ne fosse bisogno, ad usare maggiormente il “bastone” in luogo della “carota”: la situazione attuale non è ancora compromessa, ma il margine di errore si è assottigliato drasticamente.

Ai giocatori chiediamo impegno massimo, vogliamo vedere gente che si mangia il pallone e non ha paura dell’avversario: i punti salvezza possono arrivare contro chiunque, sia in casa che fuori.

In ultimo la società: quando le cose non vanno bene siamo tutti colpevoli, ma si è ancora in tempo per dare segnali di presenza più concreti alla piazza: vanno benissimo i prezzi tagliati, ma per il futuro in C servono ulteriori figure nell’organigramma dirigenziale che possano rendere sempre più il Taranto una società professionistica nel pieno del termine.

Alla tifoseria tutta chiediamo di continuare a stare vicino ai ragazzi: tanti anni in D ci hanno distrutto il fegato, meglio una brutta salvezza in C. Almeno per ora.

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