Continuano le contestazioni contro l’operato di Massimo Giove, nel mirino della tifoseria organizzata sin dal problematico inizio di stagione scorsa. Ricordiamo infatti lo striscione apparso per la prima volta in occasione di Gelbison-Taranto 0-1 decima giornata d’andata e seconda in panchina per il rientrante Panarelli. Striscione che ha accompagnato il resto della stagione dei rossoblu fino alla sospensione d’inizio marzo.

In seguito, numerose le manifestazioni di dissenso che hanno colpito anche i dirigenti ionici, da Montella, con il quale il rapporto si concluse a dicembre, fino a De Santis, la cui esperienza in rossoblu possiamo ormai definirla fugace.
La scelta di cambiare il logo (ancora non ufficializzata) votato dalla tifoseria e fortemente ispirato alla tradizione, con uno nuovo, stilizzato e con qualche ammiccamento stilistico a quello della Juventus, ha nuovamente gettato scompiglio nella tifoseria, che l’ha quasi all’unanimità bocciato.
Sfugge effettivamente l’utilità della mossa della società, oltre che la tempistica, dato che l’apprezzamento verso le politiche societarie sono ai minimi termini da quando Giove è in sella, soprattutto a causa di risultati decisamente negativi (un quarto, un terzo ed un sesto posto in serie D), ma anche verso le scelte sbagliate, di carattere gestionale, che hanno inciso negativamente sull’ultima stagione.
Intanto domani 8 giugno dovrebbe essere il giorno di Danilo Pagni: un ds esperto e adatto caratterialmente alla piazza, ma che dovrà fronteggiare una situazione ambientale paradossalmente simile a quella della sua precedente esperienza a Taranto nel 2008-09, quando la contestazione deflagrò verso l’allora presidente Blasi.
Un Danilo Pagni che dovrà avere spalle larghissime ma che sembra convinto del ritorno a Taranto dopo l’incontro con Giove e Galigani della scorsa settimana. Con l’unico obiettivo della C.