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SERIE C

Ghirelli torna alla carica con le seconde squadre in C

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Sul versante giovani le nostre squadre stanno lavorando ma con difficoltà: servono maggiori risorse finanziarie per l’impiantistica e le figure professionali. La Juventus ne ha ricavato grandi vantaggi, formando giovani calciatori per la prima squadra e per la Serie A in generale visti i giocatori che ha girato ad altri club. La multiproprietà ha introdotto un meccanisimo ambiguo frenando le seconde squadre“.

Questo quanto dichiarato dal presidente della serie C Francesco Ghirelli a tuttoc.com, ritornato alla carica con un tema che a noi, tifosi di una squadra che ha trascorso più della metà della sua storia in terza serie, ci sta molto a cuore.

Sia chiaro, non siamo a favore delle multiproprietà o degli incastri più o meno palesi tra clubs diversi. Noi tifosi rossoblu ne pagammo amaramente le conseguenze nell’ormai lontano 2002, quando il Taranto adottò addirittura uno stemma ufficiale che richiamava chiaramente quello dell’Ancona.

Ci chiediamo però il perché di tanto astio nei confronti delle multiproprietà, riesploso all’indomani della promozione in A della Salernitana di Lotito, per poi continuare a spingere verso le seconde squadre, un progetto fallimentare che non ha portato nessun beneficio realmente dimostrato al calcio italiano, soprattutto a livello giovanile.
La Nazionale azzurra campione d’Europa è figlia di un Mondiale mancato clamorosamente appena 3 anni prima con una base di giocatori che per 1/3 era la stessa della finale di Wembley dello scorso luglio.

Il fallimento della gestione Ventura decretò la fine dell’era (non rimpianta) Tavecchio-Lotito, tra le cui conseguenze possiamo annoverare anche il pass per la Juve di inserire (a peso d’oro) la sua seconda squadra in serie C.
Il tutto come al solito si può riassumere in una logica di politica calcistica che poco ha di scientifico circa le evidenze benefiche sul sistema calcio di una corrente (le seconde squadre) o dell’altra (le multiproprietà).

Anzi in un’altra ottica, faziosa anche questa come lo sono tutte a seconda dell’interesse personale, l’esempio della Salernitana è quanto di più riuscito sul piano meramente sportivo per quanto riguarda le multiproprietà.
Lotito ne prese l’eredità dal fallimento, ripartendo dalla D ed arrivando quest’estate alla serie A, scalando 5 categorie (c’era ancora la C2) nel giro di 10 anni. Un successo sportivo innegabile, con tutta evidenza.

A breve la C potrebbe subire l’ennesima riforma, su proposta del presidente Gravina, con un ulteriore taglio dei clubs che potrebbe portare la terza serie su di un unico girone da 18 o 20 squadre, la cosiddetta C d’élite, con una riedizione della vecchia C2 con le restanti squadre. Non sappiamo con certezza cosa ne pensi Ghirelli di questa idea di Gravina, non è chiaro neanche quale tipo di appoggio abbia lo stesso Gravina dalle varie Leghe per portare a compimento la riforma annunciata entro la stagione 2023-24.

L’unica cosa che ci auguriamo è che nessun altro club di serie A segua la Juventus e inserisca la sua squadra di ragazzi e seconde linee in C, snaturando definitivamente la terza serie che la stessa Lega Pro si vanta di rappresentare come il campionato dei Comuni d’Italia. Basta riascoltare e rivedere il video in home sulla pagina ufficiale della Lega Pro (sotto, ndr), una descrizione fedele di ciò che è o dovrebbe essere la terza serie: impegno sociale, parte integrante dell’economia locale, senso d’appartenenza e tradizione.
Caratteristiche che ci viene difficile abbinare alle seconde squadre, che restano il trionfo dell’invadenza dei grandi clubs di serie A, anche se finora solo di uno di essi.

La C rimanga il campionato dei Comuni, il punto di partenza verso il calcio che conta per le società che rappresentano grandi piazze e tifoserie, lo storico punto d’arrivo per le piccole realtà che si affacciano al professionismo. Un campionato capillare capace di coinvolgere milioni di sportivi in ogni angolo d’Italia, al quale proprio la Nazionale di Mancini deve tanto per i diversi elementi che in terza serie si sono fatti le ossa. Un campionato da ripensare sul piano della sostenibilità economica ma non da rivoluzionare a beneficio di chi la percepisce come un peso inutile aggrappato al carrozzone (super indebitato) della serie A.

Il video promozionale della serie C, dal sito ufficiale della Lega Pro

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